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CENNI SU MONTOTTONE

Montottone fu, originariamente un “ vicus” delle antiche colonie di Faleria o Fermo. Nel medioevo fu uno dei tanti castelli disseminati nel Piceno. Pare sia stato costruito da Attone duca di Atri, della famiglia degli Acquaviva, Da questi il nome  di Mons Actonis ( Monte di Attone) fino al XV secolo, sostituito poi con quello odierno di Montottone.

Si trova a 21,6 chilometri dalla neoprovincia di Fermo ed ha una popolazione di circa 1200 abitanti, situato a 277 m. sul livello del mare.                   

Il borgo vecchio è interamente circondato dalle mura originali.

All’interno il paese è rimasto pressoché intatto, pur essendo stato quasi completamente abbandonato con gli anni dai cittadini che avevano preferito costruirsi nuove case fuori delle mura.

Una lungimirante politica municipale ed un buon restauro conservativo hanno consentito la ripopolazione delle abitazioni del centro storico che seppure molto piccolo è ben conservato e, con le sue quattro chiese, i palazzotti delle famiglie più in vista e le piccole case dei vicoli, conserva ancora intatto tutto  il suo fascino  antico. Tutto intorno campi coltivati, oliveti e vigne in bell’ordine addolciscono lo sguardo.

All’inizio del secolo scorso è stato luogo di una fiorente attività basata sulla produzione di orci, vasi e brocche. Ha avuto anche notevoli maestri di decorazione a maiolica.

Varie famiglie si  dedicavano alla produzione artigianale di oggetti per l’uso quotidiano che poi andavano a vendere nei mercati dei paesi limitrofi. Ciò era favorito anche dalla presenza di giacimenti di argilla nella zona.  

Anche il paese è costituito da mura e da case costruite interamente  in mattoni.

In campagna quando i contadini si costruivano la propria abitazione per prima cosa, dopo aver scelto il posto, erigevano una fornace alimentata a legna per cuocere i mattoni , che loro stessi plasmavano con le argille che ricavavano in zona, necessari ad edificare le mura . Completavano  poi con  solai e assi per il tetto usando legno locale , tronchi di quercia o castagno o qualche volta legni duri di alberi da frutto come ciliegi, peri, noccioli, ecc.

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